Uno scritto del grande Yahuiro Yamashita su Judo ed Educazione

柔道ルネッサンス Judo “Renaissance” Yamashita Yasuhiro 8° Dan:

In relazione al Judo Renaissance” contenuti dell’intervento

traduzione di Alessio Oltremari – testo tratto dal sito internet del Kodokan di Tokyo in lingua giapponese. La pagina originale, di cui non appare la traduzione nella sezione in Inglese del sito,  è visibile a questo indirizzo :http://www.kodokan.org/j_renaissance/yamashita0603.html  a cui si accede dalla pagina dedicata al Judo Renaissance dal sito del Kodokan. 

Mi presento, sono Yamashita, capo commissione per il Judo Renaissance del Kodokan e della Federazione giapponese Judo. Penso che sia per me un grande onore la possibilità oggi concessami di parlare del “Judo Renaissance” in relazione alla mia vita judoistica di fronte al gruppo dirigente della commissione per i passaggi di grado. Oggi parlerò della mia esperienza judoistica in relazione al Judo Renaissance, poi cercherò di parlare del Judo Renaissance in senso lato, ma prima di tutto trovandomi in questo luogo vorrei ringraziare di cuore gli insegnanti del Kodokan.

Ho iniziato a praticare il Judo durante il quarto anno della scuola elementare. Quando ho iniziato le scuole elementari avevo già la stazza di un ragazzo del sesto anno. La troppa salute mi aveva dato una fastidiosa circonferenza corporea. Giunto al quarto anno fra i compagni di classe ero di quelli che non volevano andare a scuola e per questa causa spesso non mi recavo alle lezioni.

Il fatto che il proprio figlio si comportasse così era molto duro per i miei genitori. Essi erano preoccupati del fatto che potessi divenire una persona additata dagli altri e per questo motivo mi spinsero a fare Judo. Il primo Maestro da cui ho imparato Judo adesso non c’è più. Egli era un membro della polizia distrettuale della prefettura di Kumamoto, che dopo essere andato in pensioneaveva aperto un Dojo nella città dove sono nato. I miei genitori, per il fatto che il Judo non è semplicemente una forma di competizione che riguarda solo il vincere o perdere, che non è solo un esercizio per rendere forte il corpo, ma che è una disciplina che si occupa di migliorare lo spirito,  pensarono che forse facendo Judo il loro figlio sarebbe un po’ cambiato e si sarebbe liberato dei suoi problemi. Con questo desiderio mi condussero dal Maestro. Così iniziai il Judo. Ero vivace di natura, ma una volta indossato il Judogi, stretta la cintura e seguite le regole date dal Maestro, nessuno avrebbe avuto niente da ridire.

Il Judo mi aiutava nei miei molti conflitti interiori. Mi piaceva fare Judo e piano piano ne divenni entusiasta. Purtroppo però, durante il periodo delle scuole elementari il momento del gioco tende a prolungarsi e, una volta finito il Judo, il mio comportamento non tendeva a cambiare. A dire il vero, dopo aver vinto le Olimpiadi di Los Angeles, quando tornai nella mia città natale, si radunarono molti dei miei compagni delle scuole elementari e organizzarono per me una festa. Alla fine per commemorare l’evento mi consegnarono un diploma. C’era scritto: “ Diploma per Yamashita Yasuhiro. Al tempo delle scuole elementari tu avevi un fisico esagerato, in classe eri un rissoso, eri un dispettoso con i conoscenti e davi troppi problemi ai tuoi compagni. Però questa volta alle Olimpiadi hai ribaltato l’idea che noi avevamo di te, hai mostrato uno spirito combattivo e infine ha brillato una splendida medaglia d’oro. Questa cosa ci spinge a non tenere il conto delle innumerevoli tue malefatte al tempo delle scuole elementari e tutti noi tuoi compagni siamo pieni di orgoglioCosì questo è un riconoscimento alla tua grandezza e questo appuntamento è per manifestarti il nostro eterno rispetto e la nostra amicizia.

E’ proprio brutto quanto avevano  scritto, vero? Ero un brutto tipo, ma gradualmente mi stavo sempre più coinvolgendo nel Judo, ero cambiato. Entrai nella scuola media della città di Kumamoto. Era la scuola media Tatebushi Sononaka. In questa scuola c’era uno splendido Hanshi, così incontrai Hakuseki SenseiProprio quando entrai nella scuola furono tenuti i primi Campionati Nazionali delle scuole medie. La mia scuola dalla prima alla terza edizione prevalse sempre. Io al primo anno portai gli asciugamani. Al secondo anno feci un sogno. Ero nel grande Dojo del Kodokan e stavo partecipando ad uno Shiai. Pensai così che forse avrei avuto la possibilità di ottenere una vittoria. Ero entrato in un gruppo judoistico fortissimo, senza rivali, ma qui Hakuseki Sensei mi insegnava che la tecnica per riuscire in combattimento, lo sviluppo della forza e lo studio della tattica non erano sufficienti.  Egli mi ripeteva continuamente che bisogna coltivare spirito di ringraziamento verso gli altri, la prontezza dello spirito, la Via del Judo.  A dire il vero al tempo della scuola elementare non volevo ascoltare le parole dei miei familiari e del mio Maestro e continuavo ad essere un bambino cattivo. Ma per il fatto che amavo il Judo e che volevo divenire forte, le parole di Hakuseki Sensei per me divenivano come una voce che veniva dal cielo, la voce degli Dei. Ascoltavo le parole di questo Maestro e divenivo più forte. Ma cosa ci diceva Hakuseki Sensei? Le cose che continuamente ci ripeteva erano:

Dovete praticare Judo con forza e costanza, non si tratta solo di divenire forti, si tratta di avere un cuore attento verso gli altri, di avere uno spirito di collaborazione, di coltivare pazienza e perseveranza, di seguire le regole, di  unire le forze. Queste sono cose che dovete tutti imparare, non si tratta di insegnamento scolastico, ma di cose fondamentali per tutto il genere umano. Così, se tutti voi persisterete  nel fare Judo, nello studio, forse vi avvicinerete alla perfezione del Judo. Utilizzate quello che apprenderete dal Judo nella vostra vita. Riuscire nella vita è molto difficile. Nel Judo la cosa fondamentale è capire che divenire un campione non è una cosa facile. Il Judo è uno studio che deve aiutare le persone a riuscire nella propria vita. Facendo parte della società siate persone che hanno uno spirito di positività, siate persone utili agli altri, divenite persone attive, queste sono per me cose fondamentali. Tutto questo ha relazione con la pratica, però non dovete fare solo Judo, dovete impegnarvi nello studio e così potrete aspirare ad essere persone che riusciranno nella vita”.

Queste erano le sue parole, dette in modo che per noi fossero facili da capire. 文武両道 Bun Bu Ryo Do” (La cultura e le arti del combattimento sono la stessa Via), osservando questo principio e continuando il Judo possiamo aspirare a riuscire nella vita. Queste sono cose che conservo ancora profondamente nel mio cuore.

Il Maestro diceva anche: “Per divenire forti nel Judo la cosa principale è divenire persone che sanno ascoltare. Per divenire forti tenete bene a mente questo. Persistete in questo modo di essere. Andando a vedere gli Shiai, potrà capitarvi di osservare molte cose. I ragazzi delle scuole superiori, gli universitari, le persone della società, i poliziotti, spesso hanno dei fraintendimenti. Sono gruppi che avanzano dicendo continuamente con orgoglio: “Io sono forte”. Va bene questo?  No, c’è qualcosa che non va. Queste persone anche se raggiungessero il massimo livello, in realtà non varrebbero nemmeno la metà. Sono persone di seconda, di terza categoria.

Così, coloro che pensano di essere forti non possono crescere. Non dovete diventare persone così. Se diverrete forti, non fate esibizione delle vostre doti. Mano a mano che ricercherete la vostra vera forza, crescerà anche la vostra gentilezza.”

Ho sempre amato le parole che dicono che più coltiverete la forza e più si accrescerà la vostra gentilezza, vorrei che dal mio corpo nascesse gentilezza. Voglio divenire una persona di questo tipo, penso proprio che sia una buona cosa.

A partire dai tempi della scuola media, iniziai gradualmente a cambiare. Continuai poi alla Università Tokai, nella sezione dei corsi di Budo del dipartimento di Educazione Fisica. Ero contento di poter continuare proprio lì, per il fatto che i corsi di Judo del dipartimento di Budo erano tenuti da persone che avevano fatto uno studio profondo in relazione al fondatore del Judo Kano Jigoro Shihan. L’origine dell’energia che utilizzo oggi per le attività del Judo Renaissance la ritrovo nell’insegnamento del mio Maestro delle scuole medie e nei profondi studi basati sul lavoro di Kano Jigoro Shihan alla Università Tokai. Cambiamo argomento; nel 1992 ci furono le Olimpiadi di Barcellona. Dopo, a partire dal mese di Aprile, divenni un dirigente della Federazione giapponese di Judo, succedendo a Uemura Aruki Sensei e dedicandomi alla supervisione del Settore Maschile Judo. Successivamente per otto anni, fino alle Olimpiadi di Atlanta, sono stato coordinatore della rappresentativa nazionale. Durante questi otto anni di supervisione, la mia aspirazione non era quella di preparare i combattenti più forti, ma quelli più bravi. Benché non ne parlassero con me, spesso i campioni selezionati dicevano fra loro: “Non ci hanno selezionato perché siamo solo i più forti, ma anche quelli di più alto livello del Giappone”. Non si tratta solo di essere forti, è importante soprattutto elevare il livello della rappresentativa giapponese. Con questo spirito cercavo di istruire i rappresentanti selezionati. Ho molti ricordi riguardo le persone selezionate. Nel Maggio del 2005 ad Osaka si tennero i campionati asiatici, durante i quali si effettuarono le selezioni olimpiche.

Finita la competizione, c’è sempre molto sporco nel luogo delle competizioni. Quella volta fra tutti era prevalso Nakamura Kenzo. Quando gli ho chiesto: “Kenzo, adesso ci mettiamo tutti a raccogliere i rifiuti così lasciamo questo luogo pulito”, mi sono sentito rispondere. “ No, L’abbiamo gia fatto noi tutti insieme”. Takimoto, che aveva vinto con dei bellissimi Shiai le Olimpiadi di Sidney, questa volta aveva faticato molto e solo alla fine era riuscito ad essere selezionato. Terminati i campionati dell’Asia il Team Olimpico avrebbe alloggiato assieme, e Takimoto era particolarmente contento di questo. Un giorno mi svegliai alle cinque e mentre andavo alla Toilette vidi qualcuno che stava rimettendo a posto le ciabatte di tutti. Con molto piacere quando voltò la testa vidi che era Takimoto. Come se si vergognasse, correndo tornò nella sua stanza. Il giorno successivo Nomura con degli Shiai bellissimi vinse per la seconda  volta il titolo olimpico. Non avrei mai pensato che ad Atene riuscisse vincitore per la terza volta e gli auguro di vincere anche per una quarta. Nomura il giorno della sua vittoria, rientrò nel luogo dove alloggiavamo alle tre di notte circa. Il giorno successivo, Nakamura si preparò al suo Shiai fino all’ultimo istante, ed alla fine ci arrivò stanco. Nakamura Kosei purtroppo perse e la medaglia non arrivò nelle sue mani. Quando oramai battuto Nakamura entrò nella sala d’attesa, arrivò dietro a lui Nomura con una bottiglia ed un asciugamano. Nakamura deluso si era tolto il judogi e dietro di lui Nomura si ripiegò a raccoglierlo. Non avevo mai visto fare questo con tanta cortesia. Lo faceva come se maneggiasse un tesoro. Sia io che Hosokawa e Nishida avevamo visto questo. Io ero molto deluso ma, questo attirò la nostra attenzione. Dopo aver vinto le Olimpiadi di Atlanta, Nomura aveva avuto un incidente e aveva pensato di lasciare. Sormontando mille difficoltàNomura aveva dimostrato di non essere solo forte, andando avanti e avanti in modo ammirevole. La figura di Nomura cortesemente piegata sul Judogi aveva espresso lo spirito del Judoka giapponese più che la sua vittoria nello Shiai, ricordavamo il giorno seguente.

Shinohara si impegno estremamente ma alla fine, per un errore dei giudici, fini con il ricevere solo la medaglia d’argento.  Alla fine nella conferenza stampa, egli si espresse così: “ Ho perso perché sono stato debole, non ho niente da rimproverare ai giudici”. Ci sono tantissime cose da dire. Nello stesso momento in cui pronunciava queste parole, nel suo cuore si diceva che, dato che il punto dell’avversario non era stato valutato Ippon e che gli rimanevano ben tre minuti e mezzo, se fosse stato veramente forte, avrebbe avuto il tempo per rovesciare il risultato. Dato che aveva perso, significava che non era abbastanza forte. Credo che non ci sarebbero stati altri che avrebbero espresso così il loro pensiero. Se non fosse stato giapponese, se fosse stato un campione di un altro paese penso proprio che di fronte ai Media, guardando il video dell’incontro, gli sarebbero cadute le lacrime e avrebbe agitato le braccia condannando l’errore del secolo. C’era anche qualcuno che sospettava che forse Shinohara non potesse esprimersi. L’errore ci fu veramente, ed io ho apprezzato il grande cuore che Shinohara ha dimostrato di possedere. Chi condanna gli altri, non dovrebbe invece impegnarsi a fare meglio il proprio compito? Visto che penso questo, credo non ci potessero essere parole migliori. Io sto continuando la pratica del Judo, e penso che sia una cosa davvero importante che si continui ad avere questo tipo di cuore giapponese.

Questa è una piccola digressione. Successivamente ho pensato che se fossi stato io al suo posto, forse avrei protestato, reclamando la megaglia d’oro anziché quella d’argento. Giorno dopo giorno mi tornava alla mente questo pensiero. Una notte mentre dormivo sentii una voce. “ Yamashita, va bene così. Lui è andato bene così. Fa attenzione. Shinohara non ha avuto una medaglia d’argento, la sua medaglia era di platino. Dimentica questi tuoi pensieri”. E’ così! Penso che per quel combattimento la medaglia più appropriata fosse quella di platino.

Ora pensavo di raccontarvi una storia sul mio studente Kosei Inoue. Nel 2004, il giorno precedente alle Olimpiadi di Atene, c’era un allenamento alla Università di Tsukuba. Era stato radunata la rappresentativa per le Paraolimpiadi per fare allenamento, ma i loro judogi erano troppo spessi. Non c’era altra alternativa che comprare nuovi Judogi e non c’era altro modo per dare un aiuto. Inoue allora disse: “ Vorrei regalare i judogi per la rappresentativa alle Paraolimiadi.  Che siano Olimpiadi o Paraolimpiadi, alla base ci sono le stesse aspirazioni, anche se le condizioni sono diverse. Mi sento partecipe del loro sforzo”. Fui colpito al cuore dalle sue parole, e riportai queste intenzioni alla Federazione, dicendo che non erano idee mie ma di Inoue. La federazione si assunse la sua responsabilità e così mi tranquillizai. Alle Olimpiadi di Atene, Inoue non riuscii a soddisfare le nostre aspettative. Finì con il perdere le forze.

Nel Gennaio del 2005 riuscì vincitore nella Kano Jigoro Cup, anche se afflitto da un forte dolore muscolare al petto. Sembrava essere guarito, ma durante lo Shiai il dolore era tornato. Generalmente quando vince una competizione, ricevo una telefonata da Inoue. La mattina seguente alla Kano Cup, anche se penso fosse afflitto da dolori al petto, lui mi telefonò. Pensai prendendo il telefono che fosse qualcosa di particolare: “ Sensei, alla Kano Cup abbiamo fatto un accordo fra tutti i medagliati olimpionici, e abbiamo costituito un fondo per le vittime del terremoto della prefettura di Niigata. Ieri ho ricevuto in dono dalla TOYOTA, in quanto vincitore della Kano Cup una auto Magister. Visto che ho perso alle Olimpiadi, è solo grazie all’aiuto di tante persone che ho avuto la possibilità di arrivare fino a qui. Perciò mi basta il fatto di aver vinto per soddisfarmi completamente. Mi aiutereste a trovare il modo di rendere utile alle vittime del disastro questa auto?” Mentre sentivo queste parole mi cadevano le lacrime. Era una persona ancora migliore di quanto io avessi mai pensato.

Così la Federazione giapponese Judo, con il motto “ Niigata, sii forte”, organizzò meeting a cui parteciparono persone da provenienti da ogni parte del Giappone. Nomura e Anno si organizzarono per portare aiuto alle popolazioni colpite, furono tenute lezioni, e io tenni delle conferenze. Credo che il Judo possa aspirare a creare persone più pure, più forti. Sono convinto di questo.  Quando si termina la attività (agonistica) e si diviene istruttori, si deve portare attenzione a affinchè l’atteggiamento delle persone che fanno Judo non si corrompa. Gli allievi al momento in cui si congedano dagli organizzatori di una gara, devono portare via il loro sporco dal luogo delle competizioni, si deve tenere attenzione a che il livello di educazione non si abbassi. Si devono ripetere queste cose all’infinito.  Però nel mondo del Judo dopo le Olimpiadi di Tokyo, la opinione pubblica ha delle grandi aspettative, e non viene compreso  che sono grandi anche le aspirazioni degli altri paesi. Così ogni volta c’è da sopportare critiche, il che porta alla sola ricerca del prevalere e del risultato. Con il tempo questo aspetto ha preso il sopravvento su tutto. Così l’aspirazione del Fondatore che voleva il Judo come mezzo di educazione per il genere umano, non finirà per essere perduta?  Il Judo che ho imparato, lo studio che ho fatto delle idee di Kano Jigoro Shihan, mi fa dire che il mondo del Judo sta sbagliando. Non staremo accantonando e dimenticando le cose più importanti? Quando ho pensato queste cose l’esperienza di Kumamoto si è risvegliata bruscamente dentro di me. 

Parliamo ora dell’ Inter High School (competizioni delle scuole superiori) dell’anno Heisei 13 (2003). A quel tempo il capo del comitato esecutivo era un mio Sempai (compagno con maggior anzianità) di Università. Due giorni dopo la fine dell’evento, il mio Sempai mi venne a trovare. Mentre gli cadevano le lacrime disse: “Yamashita, il Judo è Educazione? E’ un mezzo per costruire gli uomini? E’ qualcosa che dobbiamo tenere a cuore?”. Perché il mio Sempai mi diceva questo? Lui continuò: “Non voglio partecipare nuovamente alla apertura della competizione di Kumamoto. La Educazione delle persone che fanno Judo è caduta in basso. E non c’è solo questo. L’anno scorso a Gifu è successa la stessa cosa.”

L’anno scorso a Chiba prima dell’Inter High School, di fronte ai coordinatori e ai partecipanti ho parlato del Judo Renaissance. Era il meeting dei coordinatori maschili. Recentemente sentiamo dire che anche i modi del Judo femminile sono divenuti negativi.

Nel Gennaio del 2001, durante il Kagami Biraki (Cerimonia di apertura del nuovo anno) al Kodokan, il Presidente Kano disse: “ Nel ventunesimo secolo, da questo momento, il proposito della pratica del Judo deve essere il progresso umano, l’educazione del genere umano”.  Il 1° Gennaio del 2001, credo sia stata scritta la prima pagina di un nuovo libro. Come disse il Presidente Kano, il mondo del Judo giapponese, il Kodokan e la federazione Judo, coopereranno affinché ancora una volta si ritorni alle origini del Judo, al Judo come mezzo di elevazione umana, a farne un importante mezzo di educazione. Così in quell’istante compresi che era sorto il Judo Renaissance. La mia amata parola “Tradizione”, che significa aderire alla forma, trovava il suo posto. Si parlava di spirito della tradizione, di avere l’intenzione di aderire alla tradizione. Un Giorno forse ricercheremo l’Ippon noi che facciamo Judo  piuttosto che pensare solo al vincere o al perdere durante il combattimento. Praticare solo kata, forse è dimenticare il fondamentale spirito della disciplina. Io trovo importanti entrambi gli aspetti. Ora, in Giappone il lato educativo è in rovina e penso che il Judo possa rappresentare il centro di un processo per lo sviluppo dell’individuo e la cura dell’evoluzione dei giovani

Con questi pensieri, nell’Ottobre del 2001 l’attività del Judo Renaissance iniziò. Io divenni Presidente del Comitato e insieme a tanti altri, cooperammo con energia. Io ho due sogni riguardo la realizzazione del Judo Renaissance. Il primo è che sarei felice di vedere i bambini mettersi il Judogi in spalla e andare al Dojo per fare Judo.  Così facevamo a Kumamoto quando ero piccolo, mi piace pensare di vedere ancora la stessa cosa. Attraverso la collaborazione di tutti possiamo certamente dare ancora vita a quel periodo. Poi vorrei che mentre questi bambini fanno Judo le loro madri, parlando fra loro, dicessero : “ Se paragoniamo il Judo con il calcio o il baseball sembra essere poco interessante e difficile da capire. Però le persone che praticano Judo sono ben diverse. Il Judo è sviluppo dell’individuo e l’educazione per il genere umano è la cosa più importante”. Le persone che fanno Judo non sono gente che si mette a urlare. Una cosa importante è che vedendo gli istruttori e tutti coloro che sono legati al mondo del Judo, molte persone dovrebbero comprendere che il Judo è una forma di educazione e potrebbero così desiderare di unire le loro forze.

C’è un’altra cosa. Nel paese il problema del vandalismo nelle scuole medie sta divenendo sempre più grande. Attualmente ci sono tanti episodi di vandalismo, di fastidi procurati agli altri, di stress, di confusione e i ragazzi gioiscono delle preoccupazioni altrui. Ci sono tanti gruppi di questo tipo. Cosa può fare il mondo del Judo per questo? I settori di Judo delle scuole Superiori debbono collaborare fra loro. I gruppi con tendenze negative possono divenire migliori una volta inseriti nei gruppi di Judo. Una volta che la loro salute ed il loro merito sia migliorato, chissà se questi poco a poco non riescano nel Judo. In ogni scuola, in ogni classe, ci sono bambini che non riescono a scuola. Bambini che non hanno amici, che non hanno fiducia in sé, che avendo stretto il loro cuore hanno perso il sorriso. Quanti ragazzi così ci sono nelle scuole medie. A questi bambini possiamo dire con voce gentile perché non vengano a praticare Judo con noi, facendo Judo troveranno amici, ritroveranno il sorriso e la fiducia in se stessi. Anche questo è divenire forti nel Judo, anzi penso sia un merito ancora più alto. Cooperando con gli istruttori di Judo delle scuole medie, se anche un poco riusciremo a dare frutto a queste idee, tutte le forme di Budo, tutte le forme di sport potranno darsi la mano. Partendo da questo punto di difficoltà dell’educazione attraverso lo sport possiamo dare un aiuto ai ragazzi e al centro di tutto questo deve esserci il Judo. Il Judo è diverso dalle altre forme di sport. La filosofia del fondatore aveva alla base la formazione e lo sviluppo dell’individuo. E così tenendo a cuore questo,  penso che lo possiamo concretamente mettere in pratica. Giorni fa, ho parlato di queste cose con il Sig. Kawabuchi, capo della associazione calcio, che è stato molto toccato da questi temi.  Il 6 Febbraio, alla riunione dei direttori della associazione calcio sarà presentato un progetto per lo sviluppo di una educazione morale attraverso il calcio. Raccogliendo le nostre idee, verrà detto che il calcio non è fine a se stesso, e  verrà presentato un programma per il conseguimento della salute attraverso il calcio.

Io sono il Direttore del Dipartimento per l’Educazione della Federazione Mondiale Judo. Nel mio viaggiare in tutto il mondo non ho mai visto un posto che sembri più ricco del Giappone. Ci sono tanti Paesi poveri, dove l’Educazione sta andando in malora. Mi sposto per il mondo lavorando per espandere il Judo, ma credo di dover adempiere ad un ruolo. Il Judo non si è diffuso per il fatto di essere uno  sport, ma per aver comunicato lo spirito giapponese, e credo che il mio ruolo sia diffondere questo. Se in Giappone avrà successo il movimento del “Judo Renaissance”, il Kodokan e la Federazione giapponese Judo potranno trasmettere questo movimento in ogni Paese e potrà esserci uno scambio di idee fra questi. Se il Judo diverrà in ogni Nazione una forma di formazione e sviluppo della persona, penso che la Educazione umana potrà avere un avanzamento. Stiamo portando avanti il progetto del “Judo Renaissance” con questo spirito, ci siamo impegnati concretamente fino a questo punto. Adesso vorrei comunicarvi le cose a cui aspiriamo. Ascoltiamo la spiegazione del Direttore in carica del Judo Renaissance, il Sig. Yoshida.

Circa il Judo Renaissance” e le sue attività Sig. Yoshida

1.Il Judo Renaissance ha avuto inizio nell’anno Heisei 13 (2001) da un programma di collaborazione fra il Kodokan e la Federazione Giapponese Judo. All’inizio furono predisposte quattro diverse commissioni a programmare le attività di quattro diversi temi. Le attività subirono una interruzione durata fino a Novembre dell’anno Heisei 16 (2004), quando fu operata una nuova e profonda riorganizzazione.

Le nostre aspirazioni

Kano Shihan scrisse quale fosse l’obbiettivo del Judo, diffondere il concetto di Educazione e contribuire al processo di conoscenza tramite

(1)    Il progresso morale attraverso il Judo 

(2)    contribuire al processo di formazione e sviluppo dell’individuo.

Questi sono i punti che il “Judo Renaissance” si appresta a diffondere con la sua attività. 
In concreto fino ad ora i progetti promossi dal “Judo Renaissance”, hanno permesso di realizzare:

(1)    La creazione di un poster

(2)    La creazione di uno slogan

(3)    La creazione di striscioni

(4)    La creazione di un block Notes destinato ai ragazzi e alle ragazze (che inizieremo da ora a distribuire)

Attività

  1. Assemblea per le attività

  2. Discorsi edificativi durante lo svolgimento delle         competizioni

  3. Programmi delle competizioni, Poster, attività relative agli striscioni

  4. Inserire nei programmi dei meeting formativi discussioni esplicative delle attività svolte: Nell’anno Heisei 17 (2005) durante le competizioni delle scuole medie del Giappone si è tenuto un corso formativo per gli insegnanti intitolato “Idee per le scuole Medie”. Inoltre è stata indetta una raccolta di fondi per le vittime del terremoto delle prefettura di Nigata, con il motto di “Nigata, sii forte”. Si è organizzata anche una festa del Judo nella città di Nagaoka)

Espansione verso tutte le province giapponesi

Dato che le iniziative della commissione non sono unilaterali, sono gradite le opinioni di tutti, ricercando una reciproca comprensione, sarà possibile portare avanti uno ad uno i vari progetti. Ogni prefettura giapponese avrà le proprie responsabilità per quanto riguarda il “Judo Renaissance” e porterà il resoconto delle proprie attività. Da adesso è nostra aspirazione dare vita ad un nuovo sviluppo e diffusione di tutto questo.

Continua il discorso il Sig. Yamashita:

Dovremo operare coordinando tutte le prefetture nel progetto del “Judo Renaissance, ma è importante che fin da ora i comitati direttivi si impegnino con entusiasmo. E’ un peccato che fino ad ora non si abbiamo avuti resoconti di attività da tutte le 24 prefetture. Penso sia fondamentale che le attività svolte all’interno di ogni prefettura, siano soggetto di uno scambio di informazioni con gli altri. Desidero che l’impegno di ogni prefettura si allarghi. Inoltre è mio desiderio che venga trasmessa la bellezza del Judo nelle lezioni. A questo scopo è necessario che la commissione del “Judo Renaissance” consideri bene quali insegnanti di Judo inviare alle scuole medie. E poi ancora una cosa, non possiamo inviare degli insegnanti non appartenenti alla scuola? Anche questo sarebbe un supporto che penso importante oggi. Credo che da ora in avanti sia di massima importanza che i comitati di ogni prefettura cooperino.  Fino ad ora il comitato della prefettura di Yamagata si è impegnato con passione. Una menzione particolare del Presidente Kano va alla prefettura di Yamagataper aver per prima contribuito al riconoscimento pubblico del “Judo Renaissance” . Non ci saranno spinte a intraprendere determinate iniziative, ognuno dovrà pensare a dare vita a iniziative per la crescita del “Judo Renaissance” e affinché se ne verifichi l’espansione. Gli insegnanti debbono impegnarsi con passione nella ricerca dei vari modi di operare. Ho parlato  da questa posizione di fronte a persone di maggior esperienza, e ringrazio tutti di cuore di avermi ascoltato fino in fondo.

Tanti amano il Judo e perché sia possibile il suo sviluppo vi invito a impegnarvi con le vostre energie. Incrementiamo la nostra cooperazione. Vi auguro buone cose. Grazie.

Questo articolo  è stato tratto da una conferenza di Yasuhiro Yamashita 8° Dan, tenuta il 17 Marzo dellanno Heisei 18 (2006)  al Kodokan di Tokyo, durante la riunione del consiglio di selezione per lattribuzione dei Dan alla presenza del Presidente.  Il testo della conferenzaIn relazione al Judo Renaissanceè apparso anche sul numero di Giugno della rivista Judo.

 

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