CORPI AL CUORE – cercare il cuore di certe questioni e metterci il cuore in queste azioni


Ciao a tutte e tutti.

Vi ringrazio per l’opportunità e la pazienza di ospitare questi miei interventi su queste pagine. Si tratta per me di provare a scrivere qualcosa in merito al video che vedrete e che riprende Gianni Callegari e Germano Gaudenzi in azione a chiusura del reading dei “Delfini Birichini”.

Non ho titoli per esprimermi sull'”ortodossia” dell’azione proposta dalle due “nere”, ma circa il senso della presenza di Gianni e Germano mi permetto di sottrarvi volentieri del tempo.

Ho già avuto modo in altri interventi in queste pagine di ricordare i collegamenti ormai storici fra le arti della scena in Occidente e alcune esperienze e discipline provenienti da Oriente. Non mi dilungo in dissertazioni in merito, ma il pensiero va ai grandi riformatori della scena del secolo scorso, grazie ai quali il teatro non sarebbe più stato, in gran parte, come molti secoli ci avevano consegnato.

Dentro quelle esperienze che ormai datano fra i quaranta e i cento anni, stava -e sta per chi prova a praticarle- un anelito di verità, di rinnovamento umano.

Nel mio modo di occuparmi di teatro stanno queste esperienze svolte, per questioni anagrafiche, con gli eredi di quelle esperienze e molte letture in merito. E da qualche anno, in questa mia ricerca, metto anche la frequentazione del ‘tatami’ di Via Dante. Il ‘tatami’ è il terreno, il calore che “coltiva questa pianta” -coltura e cultura- lo danno le persone che fanno quell’esperienza che chiamiamo Judo.

Arriviamo così a Gianni e Germano che nella loro azione rendono in maniera “corporea” le parole interpretate nel reading ‘il miracolo di S.Anna’ -perché è stato un miracolo che un gruppo di persone sia riuscito, e continua, a reggere con le proprie forze lo stare insieme partendo dal condividere difficoltà, e scoprendo le difficoltà di mantenere in vita l’associazione, per arrivare a scoprire quanto possono dare al mondo che in questo momento però ascolta poco o è poco generoso-.

Per quaranta minuti circa il pubblico disposto in cerchi concentrici partecipa ascoltando alla lettura interpretata di testi prodotti dai “Delfini Birichini”. I lettori dell’associazione sono “mischiati” fra il pubblico. Il centro dei cerchi è occupato da un ‘tatami’ ed in mezzo sta una bacinella piena d’acqua illuminata da candele accese galleggianti. Il tutto si svolge quasi al buio. Lo sguardo del pubblico si può appoggiare su quella bacinella, su acqua e fuoco, mentre le parole dei testi risuonano, riecheggiano, partono e rimbalzano da un punto all’altro.

Sono storie anche di sofferenza, di speranza, di disperazione. Dall’ultimo testo, ‘solitudine’ che apre uno squarcio su un dolore profondo e intenso, con cui i lettori abbandonano il cerchi e si “tirano fuori” e osservano col pubblico l’azione imminente, Gianni e Germano si approssimano al ‘tatami’ e si affrontano e combattono accompagnati da “The hero’s return” dei Pink Floyd (da The final cut). La bacinella, quell’acqua e quel fuoco, “è uscita di scena” per lasciare posto a due uomini. Sono due forze in campo dove è evidente che c’è chi attacca e si impegna per l’eliminazione dell’altro e chi continua a ‘disarmare’ l’aggressore. Potrebbe continuare forse all’infinito o fino alla sopraffazione dell’una parte sull’altra. Ma ecco che parte una lettura: non è più una poesia, ma una ‘riflessione in prosa’ (come quella che apre il reading) che racconta e consiglia alcune vie per stare con sé, per riconoscere le parti che ci abitano e per costruire un equilibrio. L’azione di Gianni e Germano cambia…è un altro ritmo, un altro incontro di corpi. Di nuovo le parole prendono corpo. Sono altre parole dalla ‘solitudine’ e dalla lotta devastante interiore e così i corpi sono altro, finché l’azione si interrompe con un pensiero portato da una donna che nell’arco del reading si era mossa già fra il pubblico rappresentando ‘in corpore’ la ‘toccata’ da una luce, le lucine dei lettori che la trovano fra il pubblico e la illuminano. Lei, spogliatasi dei propri panni-maschera e ritrovatasi nella luce, si mette in movimento a costruire ‘con tatto’ legami fra le persone, una ri-generazione che passa per la domanda “chi sono io” triplicata fra la donna, Gianni e Germano. Sono tre persone (tre ‘parti’ anche) che si riflettono, guardandosi negli occhi e tenendosi per mano, e che infine si aprono e aprono la domanda, che è ricerca, verso il pubblico.

Un po’ come nell’autoritratto di Johaness Grumpp. E’ ritrarsi come fare il ritratto di sé (rifare?), ma anche riflettere sé e su di sé, ma anche ritrarsi come fare un passo ‘altrove’ (magari in un altro luogo di incontri ed esperienze…un laboratorio teatrale, un tatami…)

Da tempo portiamo il reading in diverse situazioni ed è da un paio d’anni che questa esperienza si è arricchita con il contributo di Gianni, Germano, ma anche di Alfredo Pellizzaro con cui si sono passate serate a cercare le giuste azioni dentro quel senso della scena. Oltre alla qualità umana delle persone e alla disponibilità a prestarsi ‘in corpore et spirito’ all’impresa, contribuendo fortemente ad un’esperienza di uscita di gruppo e di incontro col mondo, importante nel reading è la ‘resa scenica’ (brutta definizione, ma rende, appunto) sia di impatto, è il caso di dirlo, di corpi impegnati a rappresentare un combattimento con il carico di energia, forza, tensione che esplode nell’urto sonoro in caduta sul tatami di un contendente, sia di senso: l’evoluzione dallo scontro (che così come parte in scena porta con sé tanta umanità e tanta storia sicuramente occidentale..scomodiamo Ettore e Achille) per sciogliersi altrove, come canta il miglior Giovanni Lindo Ferretti “no non ora non qui in questa pingue immane frana”, ma in un luogo ‘altro’ non dell’autodistruzione (il grido ‘vae victis’ consegna al vincitore un superbo quanto effimero vantaggio; prima o poi arriverà qualcunaltro a pareggiare i conti), ma della riconcliazione con la propria complessità.

Lascio quindi ad altre persone partecipanti altre parole su questo reading e al maestro Gianni Callegari una più puntuale dissertazione su quanto lui, Germano ed Alfredo portano in questa scena.

Posso solo concludere che tanti sono i “teatri”, ovvero i modi di farlo, così come molte sono le attività e le discipline attinenti al corpo (lo è il teatro stesso). In ‘Miracolo a S.Anna’ c’è stato un incontro dove al centro stanno le persone e quanto possono mettere a disposizione degli altri per stare in un percorso comune “ognuno col suo viaggio, ognuno diverso”, ma sicuramente non “perso dentro ai fatti suoi”.

 

elis

 

ed ecco il contributo dei “Delfini Birichini” scritto da Franca

Già il regista del nostro reading ha detto tutto, o quasi tutto.

A noi “delfini birichini” non rimane altro che ringraziare Gianni, Germano e Alfredo per la loro presenza accanto a noi, che apporta una maggiore forza al nostro lavoro: una forza soprattutto interiore che dà il senso della ricerca di un’armonia tra corpo, mente ed anima, dentro e fuori di noi.

E’ questa ricerca che ci accomuna tutti perchè, anche attraversando il territorio della sofferenza e del dolore che spesso mina la nostra identità, possiamo lottare per recuperare una condizione di equilibrio e benessere, senza perdere la speranza e la fiducia in noi e negli altri.

E la disciplina del judo è totalmente congruente con questo messaggio, così come congruenti sono le cinture nere che hanno con generosità aderito alla nostra proposta e l’hanno fatta propria, regalando alla nostra associazione la loro solidarietà, la loro sensibilità e la loro professionalità.

Ci associamo a quanto espresso in modo esemplare da Elis.

L’Associazione sportiva PRO PATRIA JUDO aderendo a questa iniziativa ha mostrato alcune tecniche e passaggi di KATA uscendo dagli schemi formali del KATA stesso, al fine di agganciarsi ai contenuti espressi nel contesto delle letture dei testi scritti da persone diventate “interpreti d’eccezione”.

Possiamo dire che questa iniziativa portata avanti da alcuni anni ,ogni volta suscita emozioni e rafforza gli stati d’animo sia di chi è spettatore, sia di noi interpreti del JUDO.

Sicuramente la PRO PATRIA JUDO non verrà’ a meno ad incontri futuri e ringrazia a sua volta di aver incontrato nel suo percorso l’amico ELIS e gli amici DELFINI BIRICHINI, grazie ai quali l’arte marziale del JUDO ha potuto esprimersi anche in forma “teatrale”.

 

 

Per la Pro Patria Judo.

 

GIANNI CALLEGARI

ALFREDO PELIZZARO

GERMANO GAUDENZI

 

 

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